La quotidiana striscia di
Dilbert ha fatto uscire di prepotenza dal mio passato uno strano personaggio, simpaticamente chiamato "Riporto".
Riporto e' il receptionist della pensione Estrella de Tomar di Lisbona ed e' stato il primo approccio che io e i miei simpatici amici abbiamo avuto con il Portogallo. Destino vuole che proprio qualche giorno fa stessi parlando con uno di essi, Giggaz, di tutte le cose belle e strane di quella vacanza. Eccone qualcuna, in ordine sparso, come si conviene ai ricordi.
- come non iniziare dalla pezza che ho attaccato ai Massive Attack all'aeroporto di Zurigo. Noi andavamo in portogallo, loro erano in tour: al nostro ritorno ci hanno fatto trovare degli accrediti per il loro bellissimo concerto a Modena. Che dire...
- le rotonde del portogallo: in giro con il mitico Vito Mercedes noleggiato a Lisbona abbiamo fatto almeno 3 giri di ogni rotonda che abbiamo incontrato. A volte per trovare la strada, a volte per la pura demenza che ci contraddistingue...
- enzo con il tutore: si era spaccato un braccio scivolando su una rampa bagnata nei cessi del tatanka, a Carpi. C'erano lui, il suo tutore e la macchina per la magnetoterapia. Un certo terzetto...
- il gatto che ho stirato alla guida del Vito. Delirio assortito time...
- lo scarafaggio che io e Stoni abbiamo schiacciato con le sue ciabatte, due fette di plastica nera targate nike, taglia 47 e 1/2, mentre la meri ci illuminava sotto il mobile con la luce della videocamera...
- io che, in mutande e con le stesse calzature, piu' lunghe dei miei piedi di almeno 7-8cm, mi trascino sciabattando fino al cesso (un capolavoro di incrostatura moderna), col vano tentativo di stracciare;
- i giri di birra alla baracchina in piazza a Lisbona, festeggiando il mio compleanno;
- le fontane di Lisbona: Giggaz imita il Budda in pacifica meditazione sotto uno zampillo d'acqua...
- le strettissime stradine del centro di Lisbona e l'impeccabile guida di Stoni;
- la meridiana nella piazza di Sagres: una striscia di metallo che esce dal terreno e alla base e' piatta, ma in alto e'
tagliente... quando ci ho appoggiato le dita (mortacci loro)...
- Fernanda, affettuosamente soprannominata "la saponificatrice", che ci ha affittato le camere per qualche giorno;
- i poliziotti portoghesi, che lavano la macchina di pattuglia alle 3 del mattino...
- l'improponibile gara di braccio di ferro dopo litri di sangria;
- i maglioni che ho comprato a Capo San Vincente, inconfondibili anche al buio per il loro tipico aroma di
selvatico (leggi: merda di capra);
- il romanzo che mi ha accompagnato in tutto quel viaggio: Dune di
Frank Herbert- l'acqua gelida dell'oceano;
- il captain kirk, lofissimo locale in cui ci siamo rifugiati e che ci ha accolto con un barista che ha ballato assieme a noi e ci ha offerto vari shots di absolut.
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